Ekodanza
Mononoke

Mononoke

“Istantanea, fulminante, veloce, scorre, si nasconde, sempre presente, silente, forte, magica, feroce, la performance indaga gli esseri femminili”

Concept, regia e coreografie: Roberta Zerbini

Danzatrici e creatrici all’istante: Francesca Antonino, Laura Chieffo e Ilaria Quaglia

Elaborazioni musica, parole e video in tempo reale: Roberta Zerbini

Durata: 50 minuti

Produzione: S.C.S Centro Studi

Impossibile non reagire a un allarme quotidiano, percepito e vissuto, riguardante il corpo come luogo di scambio sociale, economico, politico e culturale. Il corpo è diventato (e forse è sempre stato) mappa su cui scrivere i codici per decifrare il passato e il presente e combattere battaglie ideologiche e sociali.

Questo corpo non appartiene più a nessuno, è un corpo mercificato e rivissuto più volte. In particolare, il corpo delle donne attrae la mia attenzione: corpo, sesso, genere, parità femminili diventano gli argomenti sui quali rifletto, indago e che condivido. Mi accorgo da subito che il terreno è spinoso e che bisogna muoversi con attenzione e delicatezza. Osservo le donne attorno a me: i loro corpi conservano una memoria viva della loro storia, sono libri aperti sotto i miei occhi. Mi affascinano le loro vite, ne comprendo le difficoltà, sento i loro silenziosi gridi d’allarme, richieste di rispetto, parità, comprensione, spazio e tempo per sé e il peso di doveri, responsabilità, soprusi e violenze.

Non bisogna sottovalutare questo momento di decadenza culturale, di conflitti, di separazioni, di esclusioni, momenti difficili in cui si possono cancellare conquiste importanti con un solo click. È necessario essere vigili, presenti, attenti e pronti ad ascoltare e ad agire. Tessere nuove trame per il futuro.

La performance si sviluppa attraverso una struttura compositiva precisa alla quale si affianca una composizione musicale e di videoproiezioni in istantanea. Roberta Zerbini propone suggerimenti, osservazioni, musiche, parole e video a completamento dell’opera, seguendo le suggestioni che offre lo spazio. La compagnia infatti risiede per qualche giorno nel luogo scelto e vi incontra gli universi femminili e le emarginazioni per rendere l’opera odorante di presente.

“Mononoke road” è una strada per tuttə.

“È necessario che la parola femminismo sia citata al plurale, in quanto il concetto è formato da una miriade di visioni e linguaggi trasversali al mondo politico, che creano uno spazio politico comune”.

Per quello che riguarda gli studi di genere, la contrapposizione di Judith Butler al movimento femminista, in particolare alle teorie della differenza sessuale, è proprio basata sull’esaltazione della produzione discorsiva della “donna”, base di partenza per la formazione del pensiero dei movimenti politici femministi europei. Decostruire il concetto di genere ha significato sfaldare la base sulla quale la narrazione femminista si è svolta fino agli anni ’70 del Novecento. Dal binarismo e dai valori tradizionali di virilità e femminilità, di uomo e donna, è stato necessario passare ad uno spazio politico diverso, dove l’inclusione dettava legge e c’era posto anche per il genere impossibile. La postmodernità nel pensiero butleriano non si evince solamente dallo sforzo di andare oltre qualsiasi barriera di genere, ma anche dallo sforzo di includere nello spazio politico democratico tutte le minoranze.